La chirurgia orale racchiude in se diverse tipologie di intervento a carico dei tessuti duri (osso) e molli (gengive, mucose, lingua) della cavità orale. Frequentemente i pazienti, soprattutto giovani, lamentano fastidi o dolori a carico dei terzi molari o denti del giudizio.
I denti del giudizio fanno la loro comparsa tra i 17 e i 21 anni. A causa della sempre più frequente mancanza di spazio nell’arcata dentaria e del conseguente “affollamento” dentario, rimangono parzialmente o totalmente sommersi nell’osso o nella gengiva (inclusione). Per questo motivo spesso assumono una direzione di crescita scorretta senza essere funzionali alla masticazione.
Le varietà di inclusione dentaria sono così numerose, da renderne difficoltosa la loro classificazione e inquadramento, cosicché la difficoltà nell’estrazione varia nei singoli casi, facendo ritenere l’esame radiografico un aiuto indispensabile per la pianificazione dell’intervento.
L’American Association of Oral and Maxillofacial Surgeon prevede l’estrazione in 10 casi:
- infezione (pericoronarite, ascesso);
- carie non trattabile del 3° molare;
- compromesso stato parodontale del dente adiacente;
- formazione di cisti;
- interferenza con il trattamento ortodontico;
- presenza di terzo molare incluso nella rima di frattura mandibolare (incidenti stradali);
- dolore persistente di origine sconosciuta;
- pazienti che devono subire terapia radiante;
- riassorbimento radicolare del dente adiacente;
- interferenza con il trattamento protesico;
La rimozione è controindicata (Pedlar J, Frame JW. Oral and Maxillofacial Surgery. Ed Churchill Livingstone, 2001) quando:
1. non manca lo spazio e l’eruzione dell’ottavo è attesa nei modi e nei tempi normali;
2. non esiste alcuna patologia locale o sistemica riferibile alla presenza del terzo molare;
3. la rimozione del terzo dente rappresenta un grave rischio per le condizioni di salute del paziente;
4. esiste la possibilità di lesione permanente del nervo alveolare inferiore o frattura della mandibola.
Molto si è discusso circa la responsabilità del terzo molare inferiore nella comparsa dell’affollamento tardivo nel settore anteriore. E’ vero anche che affollamento anteriore e ottavo inferiore compaiono quasi contemporaneamente ed è quantomeno suggestivo e spontaneo rilevare tra i due fenomeni un rapporto causa-effetto. Gli studi condotti su tale argomento hanno indotto i ricercatori a conclusioni diametralmente opposte. Rimane quindi ancora aperta e controversa la questione su tale argomento, perchè nessun risultato sperimentale la definisce in modo univoco.
Per sottoporsi a questo intervento chirurgico non è necessario essere ricoverati in ospedale a parte rari casi.
Nella maggioranza dei casi l’intervento può essere eseguito in anestesia locale. Se necessario al paziente viene applicata una blanda sedazione per ridurre il livello di ansia ed aumentare il suo stato di comfort. La sala operatoria viene adeguatamente preparata per poter eseguire l’intervento.
I rischi e le complicanze locali sono assai ridotti effettuando una diagnosi accurata mediante le radiografie (Endorali, Ortopantomografia, se necessario TAC). Tuttavia, operando in vicinanza di strutture nervose, può talvolta persistere per qualche settimana, al massimo qualche mese, un leggero senso di formicolio.
Si opera in anestesia locale utilizzando anestetici appositamente sviluppati per la chirurgia orale. Tali anestetici sono molto efficaci e producono una profonda anestesia. Il paziente non avverte alcun dolore.
In pazienti anziani è più frequente il verificarsi di ematomi.
Un leggero sanguinamento è normale nelle ore successive l’intervento, durante la masticazione e nelle ore notturne. Il gonfiore non deve destare preoccupazione: tale “evenienza” non può essere considerata una “complicanza” ma un fattore del normale decorso post-operatorio.
La terapia farmacologica ne limiterà la formazione.
Nel 3% dei casi compare una alveolite post-operatoria (infiammazione dell’alveolo) che verrà trattato adeguatamente mediante lavaggi di soluzioni disinfettanti .
Il trisma è la conseguenza di flogosi (infiammazione) della muscolatura masticatoria; si risolverà spontaneamente o con l’aiuto di farmaci somministrati immediatamente dopo l’estrazione.
La terapia farmacologica prima e dopo l’estrazione di un dente del giudizio incluso o semi-incluso consiste in antibiotici, antinfiammatori-antidolorifici, disinfettanti locali in spray o collutori alla clorexidina.